CIBI E BEVANDE

Le migliori specialità di Roma:

  1. Supplì: Pronto, chi parla? Diffidate dalle imitazioni: la vera supplì (sì, è femmina come le arancine) è, o almeno dovrebbe essere, al telefono. Queste deliziose palline di riso impanate e fritte nella loro ricetta originale sono talmente ripiene di provatura (formaggio filante simile alla mozzarella) che, una volta aperte, formeranno un lungo filo: come quello del telefono, per chi se lo ricorda naturalmente.
  2. Carciofi alla giudìa: piatto tipico della tradizione giudaico-romanesca, questa frittura di carciofi.
  3. Filetti di baccalà: altro protagonista della tradizione ebraica, il baccalà fritto in padella è un’istituzione romana dello street food. Considerato un ingrediente della cucina povera.
  4. Pandorato: snack d’altri tempi fatto con pane raffermo inzuppato in latte e uova e poi fritto.
  5. Gnocchi alla romana: l’anima degli gnocchi ala romana è infatti il semolino cotto nel latte, impastato con le uova e infine gratinato con abbondante burro e Parmigiano.
  6. Saltimbocca alla romana: Queste fettine di vitello cucinate con burro e vino bianco hanno una bellissima spilla di prosciutto crudo e salvia, coppia inossidabile tenuta insieme dall’immancabile stuzzicadenti.
  7. Maritozzo: Il maritozzo con la panna alla mattina è un momento più sacro della messa: questo panino dolce di pasta lievitata nasce come dolce quaresimale e all’inizio non prevedeva affatto la farcia cremosa, piuttosto l’impasto era comunemente arricchito da pinoli, uvetta e arancio candito.
  8. Coda alla vaccinara: la coda alla vaccinara è una specialità romana al 100%, nata nel cuore della Capitale e ad oggi uno dei capisaldi della cucina rustica dell’Urbe. Grazie alla lunga cottura, la succulenta ciccia della coda si staccherà dall’osso e vi si scioglierà in bocca, mentre potrete inzuppare il pane nel densissimo sugo che accompagna la carne. Gli ingredienti tradizionali di base sono solitamente quattro: coda di bue, salsa di pomodoro, cacao amaro e il sellero, ovvero il sedano come detto dai romani.
  9. Bucatini all’amatriciana: i bucatini all’amatriciana fanno parte della trinità delle pastasciutte romane, insieme alla carbonara e alla cacio e pepe. Grande classico presente in ogni menù romano, l’amatriciana trova la sua massima espressione quando preparata con i bucatini, pomodori San Marzano, guanciale di Amatrice e pecorino romano DOP.
  10. Tonnarelli cacio e pepe: il possente tonnarello trova la sua massima espressione nella cremosità dellasalsa cacio e pepe.I tonnarelli sono una pasta all’uovo che ricorda uno spaghetto quadrato piuttosto spesso, poroso abbastanza da impregnarsi della salsa di pecorino.
  11. Puntarelle con salsa di alici: i contorni romani per eccellenza sono l’insalata di puntarelle e la cicoria ripassata in padella. Perfette per accompagnare secondi piatti di carne, questi due ortaggi della campagna laziale sono un caposaldo della romanità in cucina, di cui sembrano essere il riassunto perfetto: rustici, dal sapore forte, ma estremamente nutrienti.
  12. Trippa alla romana: la trippa è ricavata da diverse parti dei pre-stomaci del bovino ed appartiene al celebre quinto quarto, cioè alla parte meno pregiata dell’animale: gli altri quattro quarti erano infatti destinati alla nobiltà e al clero. Nella ricetta tradizionale, la trippa è tagliata a striscioline e cotta con abbondante pomodoro, cipolla, pecorino romano, vino bianco e mentuccia, una delle erbe regine della cucina romana. 
  13. Spaghetti alla carbonara: se hai fame e dici “Roma”, pensi immediatamente agli spaghetti alla carbonara. La carbonara è un piatto imperdibile per chiunque sia in visita sui sette colli, onnipresente nei menù di tutti le trattorie e adorato in egual misura dai romani e dai turisti.  Una manciata di ingredienti, mescolati insieme nei modi e nei tempi giusti, che fa venire fame al solo leggerli: spaghetti, guanciale, tuorli d’uova, pecorino romano e pepe macinato fresco. 

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